La via del Sale e altro in Francia.

dal 07 al 13 settembre 2025


- Federico Aime con la BMW GS 1250
- Alessandro Canetto con la Ducati Multistrada 1260
- Tore Plaisant con la Honda Africa twin 1000 DCT
- Maurizio Cittadini con la Honda Africa twin 1100







Scrive Maurizio:

appuntamento da Pirani presso l'Iperpan La playa alle ore 13,30 in modo da arrivare entro le 16,30 a Porto Torres (nave GNV in partenza alle 18 per Genova).

Parto con le nuovissime gomme Pirelli Scorpion Rally STR che hanno ancora i pelucchi (appena montate, due giorni fa, per la modica cifra di 330 euro).

Per la prima volta la tipologia di moto prevalente nel gruppo che fa il giro non è la BMW GS!

Inoltre siamo orfani del capitano Alessio che generalmente si occupa dell’organizzazione di dettaglio, e manca anche Piero che in assenza di Alessio ha provveduto altre volte a organizzare tracciati e tappe.

Pazienza!

Ci siamo organizzati in autonomia, sperando che le cose vadano bene.

Intanto il trasferimento verso Porto Torres viene fatto in una unica tirata con Cruise Control utilizzato da tutti (forse tranne Tore che non ce l’ha).

Temperature da paura!

Tutti i termometri delle moto registrano fino a 39°!

Facciamo una sosta all'autogrill di Tramatza e proseguiamo.

A Porto Torres arriviamo nell'orario prestabilito, facciamo benzina, breve sosta in un bar dove provvediamo a dotare i caschi di catarifrangenti bianchi (lateralmente e posteriormente) come previsto dal codice della strada francese.

Nonostante avessi la giacca da moto aperta in varie prese d'aria e senza chiudere la cerniera lampo, arrivo alla nave completamente fradicio.

Dopo la doccia in cabina ci riuniamo al bar del ponte 8.

Dopo qualche discussione sul tempo che ci attende e sul percorso da seguire in Corsica, confidando in una buona giornata per domani, quando andremo alla via del sale, consumiamo i panini che ci siamo portati poi a nanna per alzarci presto domani mattina.

Oggi abbiamo percorso 245 km.


08 settembre 2025

sbarchiamo a Genova alle sette e mezza, per primi visto che ci hanno fatto parcheggiare le moto proprio vicino alla rampa di uscita.

La giornata è primaverile, un po' coperta, ma non caldissima come ieri.

Dopo lo sbarco facciamo rotta lungo la costiera di ponente per Varazze, Celle ligure, Savona, seguendo l’autostrada.

Sosta colazione nel primo autogrill che troviamo in autostrada e da lì proseguiamo fino ad Albenga dove ci separiamo da Tore, che prosegue via asfalto verso Limone Piemonte, mentre noi usciamo dall'autostrada e procediamo in direzione Monesi di Triora.

Da Albenga seguiamo grossomodo la traccia fino a Monesi di Triora (l’ultimo tratto che percorriamo su indicazioni del navigatore di Federico è differente rispetto alla traccia) e ci dirigiamo all'ingresso della via del sale.

In prossimità dell'ingresso, Alessandro decide di non proseguire dopo aver incontrato diversi motociclisti che si apprestano a farla con moto da enduro e uno di questi gli ha detto che con il Ducati Multistrada non è fattibile.

Quindi proseguiamo solo io e Federico; prima di affrontare lo sterrato sgonfiamo un pochino le gomme e mettiamo la mappatura fuoristrada.

Dopo circa sette kilometri di sterrato arriviamo al casello di ingresso dove veniamo registrati.

Chiediamo informazioni sul percorso al casellante che ci mostra una carta e ci dice che la strada continua relativamente tranquilla per un bel pezzo e che poi ci sarà una salita difficile con pietre smosse dopo il rifugio Don Barbera, per trovare poi i semafori e un altro tratto difficile tra i due semafori.

Partiamo.






C'è molto traffico di ciclisti, motociclisti con moto tecniche ma anche con Africa twin, BMW GS, Yamaha TT 700, qualche Aprilia Tuareg.

Ci sono anche parecchie auto (fuoristrada più o meno tecnici e più o meno ingombranti); troppe per i miei gusti.

Dopo alcune curve mi rendo conto che, nonostante si stia percorrendo uno sterrato è necessario prestare attenzione a tenere la destra e non scegliere la traiettoria più comoda perché c'è veramente un casino di traffico e si può rischiare un frontale.

In realtà, nonostante mantenga la destra, dopo alcune altre curve mi trovo un ciclista in discesa completamente contromano e quindi capisco che bisogna stare attenti e basta.






Con Federico proseguiamo fino al rifugio Don Barbera dove ci fermiamo a mangiare una focaccia e bere coca cola.

Da lì ripartiamo.

Dopo alcune curve incrocio una jeep Renegade in una curva che si allarga sulla sua destra e mi lascia lo spazio per passare.

Lo spazio a mia disposizione è una striscia di ghiaia, vado ma mi si alleggerisce l'anteriore, inizia a oscillarmi il manubrio e cado.

Vengo immediatamente aiutato a rimettere in piedi la moto dall'autista della jeep e da sua moglie.

Ringrazio e riparto e mi ricollego a Federico che è più avanti.

Dopo poco la strada inizia a salire.

Il fondo è pessimo con tratti di roccia viva alternati a pietraia con blocchi da 10 / 15 cm di diametro e sulla destra uno sterratino inclinato a 45° verso il centro della strada; larga circa 3 m e con il burrone a lato destro.






La attacchiamo troppo lenti, anche a causa del notevole traffico; non va bene!

Le moto slittano al posteriore sul ghiaione.

Dopo alcuni minuti mi chiama Federico che chiede assistenza mentre spunta e promette di ricambiare l’aiuto a seguire.

Scendo e gli do una mano; riparte ma dopo pochi metri cade a causa di un sasso sulla ruota posteriore.

Appena caduto si lamenta di una distorsione al ginocchio e appare scuro in volto; inoltre gli si è gonfiato l'airbag Dainese (che dovrà spedire in ditta per la ricarica!); una volta arrivati a Cagliari si scoprirà che ha riportato la rottura del menisco interno e il distacco completo del legamento collaterale mediale e contusioni varie nei tessuti circostanti.

Mi comunica che intende tornare indietro e lascia a me decidere se tornare con lui o proseguire da solo.

In quel momento arriva l'autista di una macchina che stava scendendo e alcuni stranieri che la percorrevano in bici.






L'autista ci invita a girare le moto e a tornare indietro perché il fondo prosegue in queste condizioni per almeno un kilometro e non gli sembriamo in grado di proseguire senza problemi.

Dice che è molto problematico farlo con moto così pesanti a meno di essere bravi motociclisti.

Grazie a tutte queste persone giriamo la moto di Federico che sale sulla moto per tornare giù.

Ci sono stati dieci secondi di silenzio tombale quando Federico riparte in discesa perché oscilla e sembra lì lì per cadere ma poi ritorna sul piano dopo la rampa e da lì rientra guidando alla grande.

Anche io vengo aiutato a girare la moto e torno con Federico; in discesa l’Africa Twin è molto più guidabile perché ha maggior carico sulla forcella.

Per arrivare a Borgo san Dalmazzo dobbiamo fare un giro di oltre cento kilometri compreso un pezzo della autostrada Torino Savona.

Lungo strada ci fermiamo a rigonfiare le gomme e io risistemo con una fascetta la sacca appesa alle barre laterali che si è mollata dopo la caduta.

Alle quattro e mezza arriviamo in albergo dove ci aspettano già gli altri due, che nel frattempo hanno acquistato dei farmaci antidolorifici su indicazione di Federico per rimediare agli esiti della caduta.

L'albergo (Hotel Primula) di Borgo San Dalmazzo è molto carino.

Di pomeriggio, mentre Federico sta in camera e si imbottisce di Brufen e ghiaccio (cortesemente fornito dall’hotel) sul ginocchio infortunato, io, Tore e Alessandro facciamo un giretto a Borgo San Dalmazzo.

Alessandro racconta della sua disavventura patita quando, da solo, andava verso Limone Piemonte.

Fissa male il navigatore GARMIN al supporto sulla moto e gli vola via finendo schiacciato da un camion!

Dopo cena, in camera vediamo la coda della partita Israele Italia (4 a  5) e a letto in vista della tappa di domani.

Oggi abbiamo fatto circa 323 km (io e Federico, mentre gli altri hanno fatto giri diversi).







09 settembre 2025

Partenza da Borgo San Dalmazzo alle 9,30 circa.

Federico sta meglio ma non bene e decanta le doti del Brufen grazie al quale è riuscito a dormire.

La giornata è primaverile e non pare esserci pericolo di pioggia.

Seguiamo la traccia che ci porta alla strada per il Colle della Lombarda (prima SS21 poi SP 255); in pratica giriamo dopo Vinadio verso il Colle della Lombarda sennò saremmo andati verso il colle de La Madeleine, che abbiamo percorso nel giro di alcuni mesi fa.

La strada per il colle della Lombarda è molto bella e ricca di tornanti.

Al passo, a 2350 m, ci fermiamo a bere un caffè e consumare un pezzetto di Panarello genovese che ho comprato ieri in una pasticceria di Borgo San Dalmazzo.






Dal passo scendiamo a valle per arrivare nel comune di Isola 2000 dove facciamo benzina.





Proseguiamo verso nord ovest lungo una strada molto bella con paesaggi spettacolari (M2205 poi D64).

Ci fermiamo in alcuni punti a fare fotografie e ad ammirare i voli di aquile che volteggiano sopra e accanto alla strada.

Al colle de la bonette ci fermiamo per una foto che Federico vuole replicare rispetto ad una analoga fatta nel 2023 con Alessio.

Lì accanto facciamo una sosta pranzo a base di sandwich.





Proseguiamo lungo la rue du col de restefond (C4) fino a Jausiers e proseguiamo sulla D900 fino a Guillestre dove c'è qualche discussione sulla strada da prendere ed alla fine prevale la tesi mia e di Tore contro Federico, mentre Alessandro è ormai privo di navigatore; prendiamo la D902 che passa per il col d’Izoard.

Percorriamo per alcune decine di kilometri una bella strada, incassata in una gola e con parecchi tunnel ma ad un certo punto, in località Les Molins più o meno, troviamo degli operai ed uno sbarramento che informa della chiusura per lavori.

Non rischiamo soluzioni incerte con percorsi forse sterrati e decidiamo di tornare fino a Guillestre per andare a Briancon dalla via ordinaria (N94).

Pochi kilometri prima di arrivare a Guillestre, Federico buca la ruota posteriore.

Ruota a terra.

Sperimentiamo la riparazione con i vermicelli da infilare.

Nessuno lo ha mai fatto prima ma ci riusciamo; Federico sfodera le sue abilità chirurgiche e infila il vermicello.

Però la gomma non tiene la pressione, si sgonfia troppo in fretta e non è affidabile.






Decidiamo di cercare un gommista nel primo villaggio che incontriamo.

Il gommista decreta che la riparazione non va bene e la rifà lui ma poi verifica che non tiene ancora e quindi dice che la gomma deve essere sostituita.

Lavoro fattibile nelle vicinanze solo a Briancon.

Ci da l'indirizzo del gommista di Briancon e lo avvisa telefonicamente del nostro arrivo.

Alle 17,40, dopo aver percorso circa 240 km, arriviamo dal gommista di Briancon (Dafy moto) e inizia la performance di quest’ultimo sulla gomma.

Prima smonta la gomma e tenta di ripararla con un chiodo di gomma dall'interno ma poi anche lui rinuncia perché verifica che non tiene e sentenzia che occorre la gomma nuova.

Ha solo la Michelin Anakee e Federico, non avendo scelta, la fa montare.

La gomma viene montata ma poi il gommista si rende conto che il verso di rotazione è sbagliato e quindi la rismonta per invertirla.

Quando la rismonta con la leva rompe il sensore di pressione e lo ripara incollando i pezzi; il dolore di Federico è enormemente maggiore di quello al ginocchio!

Dopo un ulteriore smontaggio durante la fase di equilibratura, finalmente finisce il lavoro.

Federico è incazzato nero per tutta la vicenda ma soprattutto per la rottura del sensore di pressione (valore reale forse 5 euro, prezzo BMW 179 euro).





Finalmente a tarda sera arriviamo in albergo e ricoveriamo le moto in garage.

Cena così così e passeggiata dopo cena verso il centro storico di briancon, tranne Federico per i problemi al ginocchio.

Scarpinata in salita perché si tratta di un quartiere simile a "castello" di Cagliari.

In giro manco un cane!

Verso le 11 torniamo in albergo.







10 settembre 2025

Partenza da Briancon alle 9,30 circa con una giornata un po' coperta ma non malvagia come temperatura.

Merita una segnalazione la colazione dell'albergo.

Infatti, mentre formaggio, pane, marmellate, dolci sono buoni, il cappuccino ha disintegrato ogni precedente record negativo!

Mai assaggiato niente di simile!

Manco nel deserto marocchino.

Sembrava confezionato con dadi Star (quello classico, però, non quello aromatizzato).

Ho pensato che alla parola cappuccino in francese possa corrispondere qualcosa di diverso rispetto a ciò che intendiamo in italiano; assurdo!

Prima di partire ingrassiamo le catene.

Ci dirigiamo verso le gole del Verdon seguendo la N94 come previsto, ma dopo qualche decina di kilometri, in località Prelles, la polizia ci obbliga ad una deviazione verso ovest percorrendo prima la D4 poi, da Les Vigneaux, la D994E per reimmetterci nella N94.

La nuova strada si rivela più gradevole di quella che lasciamo riagganciamo la traccia dopo alcune decine di kilometri in località L'Argentiere.

Andiamo avanti sempre sulla N94 fino a fermarci località Savines Le Lac sulle sponde del lago de Serre Poncon  per un caffè e poi proseguiamo.

In realtà non seguiamo la traccia, secondo cui avremmo dovuto bypassare il lago de Serre Poncon da est, ma proseguiamo sulla N94 in sponda destra del lago.

Poco male perché la strada è piacevole ed il paesaggio gradevole; in località Chorges prendiamo la strada D3 (route du barrage) che ci porta fino ai piedi della diga in materiali sciolti.

Personalmente mi diverto molto a guidare perché è la classica strada ondulata dolcemente sia planimetricamente che longitudinalmente, che invita a guidare con buona andatura ma senza velocità sostenute.

Anche gli altri hanno la stessa sensazione.

Proseguiamo lungo la D9008 e poi la D900 fino a Digne Les Bains dove ci fermiamo per un veloce pranzo in un bar ristorante gestito da una calabrese trapiantata in loco da più di 50 anni.

Quando pranziamo inizia a piovere ma non in maniera intensa.

Tuttavia ripartiamo con gli antiacqua che, però, dopo pochi kilometri non servono più a nulla perché il tempo si rimette bello.

Percorriamo la strada N85 e lungo strada ci saluta una ragazza che solleva un cartello con scritto MACRON DEGAGE’ (Macron libero, cioè fuori, se ho inteso bene).

A Chateauredon prendiamo la D907 per poi prendere la D953 a La Begude Blanche per poi andare sulla D56 a Puimoisson e immetterci poco prima di Moustiers Sainte Marie nella D952 che è finalmente la strada delle gole del Verdon.

Paesaggio che ricorda molto Gorropu.






All'uscita delle gole (che per noi è l'ingresso della strada che facciamo), c'è il lago de Sainte Croix dove notiamo moltissime imbarcazioni e anche resort simile a quelli delle spiagge marine.




La strada è molto bella e molto trafficata.

Ci fermiamo in alcuni punti panoramici a scattare fotografie.





Infine ci fermiamo in un classico punto panoramico, point sublime, dove prendiamo un gelato prima di proseguire verso l'hotel.

Anche da questo punto panoramico viene confermata l’impressione di Verdon come Gorropu.

Federico, intervistato sulle sensazioni di guida con la nuova gomma Michelin Anakee, si dichiara soddisfatto.

Arriviamo all'hotel du levant poco prima delle 18 dopo aver percorso circa 260 km e parcheggiamo la moto nel garage dell’hotel dove ci saranno state almeno una quarantina di moto di varie nazioni.

Castellane è un piccolo borgo (1600 abitanti) abbastanza vivo e attrezzato per il turismo.





Troviamo un locale in piazza dove ceniamo con soddisfazione (io e Federico con il menù di Tex Willer, cioè bistecca e una montagna di patatine, Tore con lumache e altro, Alessandro con pollo).







11 settembre 2025

Partiamo da Castellane verso le 9,15 con una giornata un po' coperta e con un timido sole, però gradevole.

Seguiamo la D2 per poi passare sulla D3 in prossimità di Le Touronet (route de grasse) e poi sulla D6 in corrispondenza delle gorges le loup.

La strada è molto bella (ricorda molto la strada di campu omu sia come paesaggi che come modalità costruttive); ci fermiamo a fare diverse foto.





Sui muretti in pietra che fanno da parapetto sul burrone sottostante qualche scritta, fra cui Macron Dimission.

Ci sono molti lavori di stabilizzazione delle pareti che sono molto strapiombanti sulla strada e piene di reti, chiodature, paramassi, ecc.

Giunti a Nizza, perdiamo la traccia (che peraltro deriva da una carta Michelin per turismo in moto) e non riusciamo a reimmetterci in essa.

Per uscire dal caos del traffico di Nizza decidiamo di prendere l’autostrada (anche questa incasinatissima) da dove usciamo a Mentone.

Appena fuori dall’autostrada percorriamo la D2566 fino a Sospel; in pratica abbiamo riagganciato la traccia a valle del col de Turini.

A Sospel pranziamo in un bar ristorante e, presi dalla preoccupazione di non arrivare tardi all’imbarco, decidiamo di proseguire la traccia senza tornare indietro verso il col de Turini (che quindi andrà visitato in un prossimo viaggio!).

La strada D2204 poi D6204 è molto trafficata, ricca di tornanti, con bei paesaggi.

A Ventimiglia entriamo nell’autostrada dei fiori.

  Perdo il biglietto ma al casello di uscita a Savona mi fanno pagare dopo aver avvisato al citofono.

Verso le cinque e un quarto, dopo 301 km, arriviamo a Vado ligure per l’imbarco sulla nave di Corsica Ferries che ci deve portare a Bastia.

Nell'attesa dell'imbarco assistiamo alle performance di un gruppo di motociclisti tedeschi che fanno fuori una notevole quantità di birre.

Con Federico acquistiamo il gratta e vinci che avrebbe dovuto compensare la sfiga dei primi giorni ma invece il risultato è disastroso.












12 settembre 2025

Sbarco a Bastia alle 8,30.

Giornata estiva (sempre sopra i 26/27 gradi), soleggiata.

Facciamo colazione appena usciti dal porto in un bar vicino ad una rotonda.

Tore viene cazziato immediatamente da un autista di autobus a cui dava fastidio la moto parcheggiata, in effetti, un pochino in mezzo alle palle.

Dopo la colazione partiamo seguendo la traccia.

Decidiamo di seguire la traccia prevista sul lato ovest della Corsica.

Guido io, ma sbaglio una uscita ad una rotonda e quindi ci infiliamo nel traffico di Bastia facendo un lungo tunnel e proseguendo la strada in direzione Bonifacio.

In realtà la traccia ci doveva fare uscire a monte di Bastia, per cui cerco di riagganciarla, ma Tore va dritto ad una rotonda e ci perdiamo.

Dopo una mezz'oretta torno in traccia sul monte che domina Bastia ma mi chiama Federico per dirmi che lui e Alessandro si sono ricompattati con Tore e sono fermi poco prima di Biguglia.

Vista la mappa concordiamo di convergere a Olmetta di Tuda.

Loro salgono da Bastia mentre io proseguo lungo la stradina montana.

Dopo una mezz'oretta ci ricompattiamo e proseguiamo lungo questa stradina stretta di montagna (denominata D5 e poi D105) che attraversa zone impervie ma comunque paesaggisticamente belle con dei piccolissimi stazzi di tanto in tanto.

Dopo una sessantina di kilometri ci immettiamo nella strada T20 che porta a Corte.

Ci fermiamo per prendere un caffè e fare benzina in località Ponte Leccia, poi proseguiamo in direzione Corte svoltando nella strada D84 a Francardo in direzione Calacuccia (verso Porto).

Alla sosta caffè Federico si diverte con un cane a fargli riportare un sasso.

Strada molto bella, stretta e a fianco di un canyon molto spettacolare Proseguiamo fino a Calacuccia e lì, mentre io seguo la traccia, gli altri seguono Tore che opta per la strada maestra pensando che la traccia proponga una strada problematica (una variante tra Calacuccia e Albertacce, poco significativa ma non di difficile percorrenza).

Fatto sta che ci vuole un po' di tempo per ritrovarci.




statua che si trova sul passo al centro della Corsica che ti fa passare dal versante est al versante ovest



Nella parte centrale la strada attraversa una foresta di conifere molto alte, molto bella.

Dopo che ci siamo riuniti, ci fermiamo a mangiare a Evisa e poi ripartiamo in direzione Porto.





La strada continua ad essere molto bella ma anche pericolosa per la presenza di molti animali allo stato brado (maiali, capre, vacche) ma anche di camper e auto.

Inoltre dopo una curva ci siamo trovati un autobus turistico da cui son scesi tutti per vedere il bel panorama e fare fotografie.

Alle tre e un quarto ci fermiamo a Porto per un caffè e per consentire a Tore di portare un omaggio alla farmacista che lo ha soccorso la scorsa primavera quando si è mezzo amputato un dito cadendo proprio qui.

Ripartiamo verso sud passando da Le Calanche con molto traffico di turisti che rende problematico viaggiare in una strada così stretta.

Addirittura ho visto una corriera che ha dovuto fare molte manovre con uomo a terra per poter girare in una curva.

Finita la tratta costiera la strada prosegue verso Ajaccio ma è meno piacevole.

Ci fermiamo ad un bar per un caffè in località Col de San Bastiano lungo la strada D81, poco a nord di Ajaccio, dove incontriamo due veneti che festeggiano i 25 anni di matrimonio girandosi la Corsica in bicicletta.

Poi proseguiamo fino a Sartene, dove arriviamo alle sette circa dopo aver percorso 308 km.

Cena in un ristorante del centro e poi riposo in vista di una levata in anticipo rispetto agli altri giorni per giungere puntuali all'imbarco a Bonifacio .







13 settembre 2025

In piedi alle sette per evitare di perdere tempo con la colazione a causa del grosso gruppo di giapponesi ospiti del nostro hotel.

Dopo la colazione partiamo alle 8 verso Bonifacio; la giornata è più estiva che primaverile.

La strada è piacevole e scorrevole con un traffico tollerabile.

Arriviamo a Bonifacio con buon anticipo sull’imbarco per cui riusciamo a prendere un caffè e a comprare alcune lattine di birra Pietra ambrata da portare a casa; approfitto del tempo a disposizione per raccogliere le impressioni di tutti i partecipanti sul viaggio.

Allo sbarco puntiamo verso Tempio e poi la SS 131 all’altezza del bivio di Ploaghe.

La strada fin dopo Tempio è anche piacevole ma poi si trasforma in noiosissimi lunghi rettilinei.

Proseguiamo fino a quasi le due quando ci fermiamo alla stazione di servizio di Abbasanta dove mangiamo un panino, facciamo benzina e chiudiamo i conti tra noi con l’aiuto di splitwise.

Ci salutiamo alla stazione di Abbasanta e ognuno torna per conto suo.

A casa arriviamo dopo aver fatto 357 Km in questa giornata e 2034 Km complessivi.

Dai miei conti il viaggio è costato 1403 euro di cui 171 euro per benzina, 395 euro per passaggi in nave, 440 euro per alberghi, 398 in pasti e minchionerie varie.

La mia moto mi risulta aver fatto 21,4 Km/l ma il computer di bordo indica 20 Km/l.

Le impressioni dei partecipanti rispetto agli hotel in cui siamo stati sono concordanti nel ritenere migliore l’hotel La Primula di Borgo San Dalmazzo.

Per quanto riguarda la cena, Federico, Tore e Alessandro votano quella fatta a Castellane (non in hotel) dove Tore si è cimentato con le lumache e Federico con una buona bistecca; personalmente mi è piaciuta di più la cena a Borgo San Dalmazzo a base di risotto con funghi porcini e vitel tonnato.

Il paesaggio più bello è quello della tratta Evisa Porto in Corsica secondo Tore e Alessandro, la via del sale secondo Federico, mentre io voto il Col della Lombarda e della Bonette (ma sono combattuto anche sulla trasversale Corsa, sulle gole del Verdon e sulla vecchia strada da Castellane a Nizza).

Dal punto di vista della guida Federico e Tore ritengono che la strada più piacevole sia stata la trasversale Corsa nel tratto in cui attraversa la foresta di alte conifere (ma Federico ricorda anche la strada che ci ha portato verso la diga in terra del lago de Serre Poncon), Alessandro la vecchia strada che collega Castellane a Nizza, io la strada che precede l’arrivo alle gole di Verdon.

Come aspetti negativi del viaggio Tore lamenta la presenza di troppi tornanti a destra che lo infastidiscono, Alessandro l’assenza di Alessio come guida perché più affidabile nel seguire i tracciati, Federico il mancato completamento della via del sale.

Per quanto mi riguarda lamento oltre alla delusione per il mancato completamento della via del sale (ma ci vorrò tornare o con la MTB o con la moto da enduro) soprattutto il mancato raggiungimento del Col de Turini.

Questo fatto lo ricollego alla necessità di migliorare la capacità di navigazione che ho sviluppato in modo semimanuale e che se è vero che mi consente di rendermi conto rapidamente di eventuali errori è anche vero che talvolta rimediare agli errori è problematico perché (soprattutto in centri urbani o autostrade) può non essere semplice tornare indietro.

Sarà un compito da sviluppare prossimamente.




foto



casello ingresso via del sale


attacco via del sale

1
rifugio don Barbera


via del sale


strada D64


strada D64


strada D64


rue du col de restefond


rue du col de restefond


rue du col de restefond


Bonnette - torretta II guerra mondiale


Briancon - Cattedrale


lago de Serre Ponzon


lago de Serre Ponzon


lago Sainte Croix


gole de Verdon


Castellane


Castellane


Castellane


Castellane


Castellane


Vado Ligure - imbarco


Morato - (Corsica)


Bonifacio, imbarco - (Corsica)





Alla prossima,
un saluto a tutti !